Renato Zero ha parlato di Achille Lauro, definito da molti il suo erede: ecco le dichiarazioni del cantautore romano sul giovane collega, negli ultimi anni discusso protagonista di Sanremo.
Renato Zero sta per spegnere 70 candeline, e per festeggiare questo grande traguardo ha scelto di presentare uno dei progetti più ambiziosi della sua carriera. Stiamo parlando di Zerosettanta, una trilogia con ciirca 40 brani inediti, che verrà lanciato il 30 di ogni mese nei prossimi tre mesi, settembre, ottobre e dicembre. In collegamento per una videoconferenza stampa di presentazione, il Re dei Sorcini, come sempre senza peli sulla lingua, ha parlato non solo di questo progetto, ma anche delle sue idee sulla musica in radio e ha commentato Achille Lauro, da molti additato come suo erede.
Renato Zero parla di Achille Lauro
Nel corso della conferenza viene chiesto al cantautore romano anche un parere su un suo giovane collega, Achille Lauro, additato da molti come suo possibile erede, almeno nell’attitudine. E anche in questo caso la risposta non è di quelle diplomatiche: “Con le piume e le paillettes non giocavo certo a fare il clown della situazione, ma cercavo di attirare l’attenzione su di me per permettere alle mie canzoni, che trattavano argomenti delicati e pesanti, di fare breccia. In giacca e cravatta non avrei ottenuto lo stesso riscontro. Il fine, in questi casi, giustifica i mezzi“.
Zero non vuole però giudicare Lauro, visto che egli stesso è ancora un artista e non è certo immune ai giudizi sul suo operato. Chiosa però lanciando un monito: “Amo tutti quelli che vogliono fare questo lavoro, a condizione che sappiano che la gente non va presa per il cu*o“.
Renato Zero contro le radio e l’industria musicale
Il pensiero di Zero è chiaro e limpido: “Quando uno come me, a 70 anni, si permette di fare un’operazione del genere, ha il diritto di essere omaggiato dalle radio. Se poi le mie canzoni non piaceranno, si farà presto a togliere ii dischi. Ma restituiamo al pubblico la possibilità di scegliere, al di là delle spinte delle major“.
Un discorso che non fa una piega. Ma non tutti hanno il coraggio di affrontare argomenti del genere, come i rapporti tra la discografia e la radiofonia, con tanta chiarezza e franchezza. Zero però può permetterselo, perché l’indipendenza se l’è cercata sul campo da tanti anni. Anche per questo sceglie di entrare in polemica con le radio: “Abbiamo visto i nostri De André, Guccini e Lauzi essere abbandonati, finire nel dimenticatoio perché, pur essendo libere, le radio hanno perso il buonsenso e l’abitudine di dimostrare che questo paese ha cantato molto alto. L’immondizia, per cortesia, lasciatela agli americano o agli inglesi: nel loro paese trattano solo musica di altissima qualità e a noi ci mandano lo spezzatino“.
Di seguito il video di L’angelo ferito: